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Tavolino. Bottega Giuseppe Maggiolini, 1798-1804

Descrizione:

Il tavolino è retto da quattro gambe in noce, tornite, scanalate e coronate da una strozzatura con collare intarsiato con foglioline. Le mazzette delle gambe si raccordano alle fasce con delle piccole mensole intarsiate con ricciolo in acero e sono impiallacciate in bois de violette con riserve in bois de rose. In una delle fasce più corte è contenuto un cassettino. Il piano suddiviso geometricamente disegna quattro riserve angolari negli spigoli, intarsiate con motivi floreali e una riserva tonda al centro con due cornucopie fiorite trattenute da un nastro. Impiallacciato in bois de rose e violette, il piano presenta i fondi delle riserve in noce d’India scuro per evidenziare il colore caldo dell’acero, del bosso e delle altre essenze utilizzate per l’intarsio; una bordura con foglioline susseguenti racchiude il medaglione centrale.

Dimensioni: cm. 70 x 61,5 x 44

 

CODICE: ANTATV0220142

Analisi storico-critica:

La bottega di Giuseppe Maggiolini fu impegnata, a inizio del XIX secolo, nella realizzazione di numerosi tavolini da gioco, da parete così detti a “libro” o quadrati con piano ribaltabile. Il modello di questo piccolo tavolo da servizio è più raro e trova i principali confronti nella produzione del XVIII secolo. Tra i vari esempi segnaliamo il tavolino già pubblicato da Giuseppe Beretti nel 1994 alla tavola XI, decisamente più ricco nell’intarsio di quello qui studiato. Aggiungiamo poi un tavolino, probabilmente realizzato per “Brigati” che sempre Giuseppe Beretti ha da poco studiato e pubblicato; in questo caso i due mobili sono avvicinabili non solo per modello e misure ma anche per la scelta del motivo delle cornucopie fiorite che impreziosisce i piani; motivo simile ma derivato da due disegni diversi.
Riferiti al tavolino qui studiato vanno evidenziati due disegni contenuti nel Fondo Maggiolini conservato presso il Gabinetto dei Disegni del Castello Sforzesco. Il primo, A 175, riporta fedelmente il motivo fogliaceo intarsiato nei quattro spigoli. Il più interessante è però quello che viene utilizzato come modello per le due cornucopie fiorite il B 440. La scritta riportata in un angolo del foglio ci informa che lo stesso disegno venne utilizzato per i fianchi di un inginocchiatoio, “Ginochiat.io / Mons.Ros.es”, probabilmente l’Arciprete del Duomo di Milano Monsignor Rosales, morto a Pavia nel 1796 durante l’assedio di Bonaparte. La verifica degli altri disegni legati alla progettazione dell’inginocchiatoio, ci parlano di un mobile di un gusto pienamente settecentesco, con un ricco impianto decorativo che non riscontriamo nel tavolino qui analizzato che va quindi con ogni probabilità collocato nel periodo successivo.

Tra la partenza dell’arciduca e i preparativi per l’arrivo di Napoleone come Re d’Italia, la bottega vive un periodo di transizione. Maggiolini riceve meno commesse e quelle che arrivano non hanno la disponibilità economica che ha caratterizzato le produzioni precedenti, di conseguenza i modelli dei mobili, come i disegni, sono spesso recuperati da progetti più antichi. Manca inoltre, per via della guerra in corso, la grande varietà di legni che fu vanto della bottega di Parabiago. Un altro aspetto da considerare è il cambio di gusto che l’incedere del nuovo stile Impero imporrà in tutta Europa. Maggiolini non accolse mai in toto questa nuova proposta e non abbandonò mai l’intarsio ligneo, ma i suoi mobili si iniziarono ad alleggerire della decorazione fitta che li ha caratterizzati in epoca ferdinandea. Per questo motivo il tavolino qui indagato riteniamo sia stato realizzato proprio in questo periodo a cavallo tra i due secoli.

Bibliografia:

-Giuseppe Beretti-Alvar Gonzalez Palacios, Giuseppe Maggiolini Catalogo ragionato dei disegni, ed. inlimine2014;

-Giuseppe Beretti, Giuseppe Maggiolini, l’Officina del Neoclassicismo, 1994 Edizioni libreria Malavasi;

-https://www.in-opera.eu/opere/un-tavolino-per-brigati-nel-1798/

Per un approfondimento,  guarda il nostro articolo “Giuseppe Maggiolini“.

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