Coppia di dipinti raffiguranti due composizioni floreali. In uno una combinazione di rose, anemoni e narcisi variopinti, posta entro un’ampolla, nell’altro sempre rose, anemoni e altri fiori, questa volta privi di supporto. In entrambi i casi, le composizioni sono collocate all’aperto, in un paesaggio cupo e roccioso, sullo sfondo un cielo plumbeo e nuvoloso. Grande attenzione è stata posta sia alla resa naturalistica che a quella cromatica, in particolar modo al contrasto tonale dato dalla contrapposizione tra i fiori colorati e lo sfondo scuro.
Dimensioni: 63 x 50 cm
Come ricostruisce Gianluca Bocchi nella perizia da lui redatta, la riscoperta della pittrice è stata possibile grazie al ritrovamento di alcune tele firmate “FRANCESCA VICENZINA”, consentendo la conoscenza di un’artista quasi dimenticata. Questo ritrovamento ha permesso l’approfondimento della genealogia della famiglia Volò, stirpe di pittori specializzata nelle nature morte a partire dal padre Vincenzo. Il più noto tra tutti è il più giovane Giuseppe, al quale, almeno fino a prima del fortunato rinvenimento, erano ascritte tutte le opere note circoscrivibili alla produzione della bottega familiare. Certamente le tangenze stilistiche sono molto prossime, ma il recupero delle tele firmate ha reso possibile il confronto tra i corpus pittorici dei due fratelli, potendo riscontrare differenze stiliste e cromatiche anche sottili.
Sulla base di questi studi e continui confronti, Bocchi attribuisce inequivocabilmente le tele a Francesca Volò detta Francesca Vicenzina, promotrice di una pittura più liquida e sciolta, caratterizzata da colori squillanti. Anche la composizione più libera, in una sorta di “studiato disordine compositivo” trova un perfetto riscontro con le sue tele firmate a noi conosciute.
– Natura morta – Stilleven, catalogo della mostra (29 ottobre – 17 dicembre, galleria Lampronti, Roma) a cura di Ferdinando Bologna, Roma, De Luca, p. 76;
– Vittorio Caprara, Opere di pittori lombardi in Canton Ticino: scambi culturali fra Lombardia e l’estero, in Artisti lombardi e centri di produzione italiani del Settecento. Studi in onore di Rossana Bossaglia, Bergamo, Bolis, 1995, pp. 112-114;
– Gianluca Bocchi, Ulisse Bocchi, Naturalier. Nuovi contributi alla natura morta in Italia settentrionale e Toscana tra XVII e XVIII secolo, Casalmaggiore, Galleria d’Orlane, 1998, pp. 63-65;
-Gianluca Bocchi, Vincenzo Volò pittore di nature morte: le origini borgognone e alcuni aspetti della sua vita milanese, in “Arte Lombarda”, 170-171, 2014, pp. 62-75;
– Gianluca Bocchi, Ricerche genealogiche e indagini storico-artistiche intorno a una famiglia di pittori milanesi del XVII secolo: i Vicenzini, in “Arte Lombarda”, 175, 2016, pp. 47-69.
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