L’opera di Carlo Barbiano, è una fedele riproduzione del celebre dipinto di Pelagio Palagi, esposto alla Pinacoteca di Brera.
Cristoforo Colombo è raffigurato mentre saluta affettuosamente i figli affidandoli a Padre Giovanni Perez prima di raggiungere in barca la Santa Maria. La scena si svolge al porto di Palos, dal quale Colombo salpò il 3 agosto 1492 per la sua storica impresa.
Il punto focale dell’opera è costituito da Colombo e il figlioletto che cinge tra le braccia, attorno a essi fervono i preparativi per il viaggio: i marinai caricano gli ultimi bauli e un mappamondo, i soldati contengono a stento l’entusiasmo del popolo festante e speranzoso.
Dimensioni: 134 x 159 cm
L’opera originale fu eseguita dal Palagi nel 1826-1828, momento di particolare fortuna letteraria del personaggio di Colombo. Si tratta di una scena celebrativa di stampo romantico-patriottico, che segue il filone inaugurato e così ben espresso da Francesco Hayez. Ma, se quest’ultimo puntava a conquistare e coinvolgere attraverso un impatto sottilmente emotivo, così spesso sottolineato da giochi di sguardi dei personaggi ritratti, in questa opera prevale la formazione neoclassica di Palagi, attento a ricostruire accuratamente l’episodio, restituendo con minuzia ambientazione e costumi dell’epoca.
In Italia il romanticismo fu soprattutto storico: in una situazione politica caratterizzata da frammentazione e dominazione straniera, l’arte fu un mezzo per diffondere nell’animo degli italiani un ideale comune di nazione, idealizzando un passato glorioso. In questo contesto si inserisce l’opera del Palagi, che intende celebrare appunto un italiano illustre in un momento memorabile per la storia dell’Occidente.
L’autore della splendida ed efficace copia è il conte Carlo Barbiano di Belgiojoso (Milano, 1815-1881). Figlio del conte Antonio e della marchesa Teresa Pallavicino Trivulzio, studiò legge presso l’Università di Pavia ma coltivò al contempo un’accesa passione per le arti.
Si cimentò nella pittura, alla quale viene avviato precocemente dal pittore che frequentava la loro casa, Giovan Battista Zali, ed ebbe poi come maestro Hayez, amico dello zio materno Giorgio Pallavicino Trivulzio, che fu di Francesco Hayez uno dei principali committenti e mecenati. Un ritratto del conte Barbiano, oggi conservato all’Accademia di Belle Arti di Brera, fu eseguito dallo stesso Hayez nel 1873, e tanto piacque al conte da chiederne una replica (che fu redatta in formato ovale).
La riproduzione dell’opera del Palagi è stata eseguita tra il 1845 ed 1854, arco temporale in cui il conte Belgioioso si dedicò in modo più specifico e puntuale alla pittura storica e al ritratto, esponendo anche a Brera. In seguito abbandonò l’arte pittorica per dedicarsi all’attività letteraria nella quale sperimenterà il passaggio da romanticismo a realismo. Fu presidente dell’Accademia di Brera dal 1860 fino alla morte; nel 1870 fu eletto consigliere provinciale e nel 1875 senatore del Regno.
Il dipinto è presentato in bella cornice coeva in pastiglia dorata con decori a fregi.
– A. Caimi, Delle arti del disegno…, Milano 1862, p. 61
– A. M. Comanducci, Dizionario dei pittori italiani dell’Ottocento, Milano 1934, p.44
– M. C. Gozzoli, F Mazzocca, op. cit., p. 250
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