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Portale in Breccia Medicea Firenze, Ultimo Quarto XVI Secolo ca.

Descrizione:

Portale palaziale in breccia medicea, tipologia di marmo che deve il suo nome al grande impiego che ne fece la famiglia Medici in Toscana nel XVI secolo per rivestimenti e decorazioni. Composto da coppia di elementi verticali portanti sui quali poggia la trabeazione. Anima centrale in pietra, spessore marmo 4 cm.

Dimensioni:cm. 274 x 247 x 12

CODICE: ANTPIE0000214

Analisi Storico Stilistica:

Elemento decorativo-architettonico costituente il portale di un palazzo, in origine collocato in un ambiente chiuso, come passaggio tra due ambienti di rappresentanza.

Risalente all’ultimo quarto circa del XVI secolo, il portale si inserisce in quel clima di rinascita del quartiere di Oltrarno e della città di Firenze in generale, quando, le nobili famiglie della città, imitarono i granduchi gareggiando nel costruire residenze nobiliari che si allineassero al gusto dei lavori occorsi a palazzo Pitti. Era questa la nuova residenza acquistata nel biennio 1549-50 da Eleonora di Toledo, moglie di Cosimo I de’ Medici e figlia del viceré di Napoli.

I lavori a palazzo Pitti, realizzati tra il 1560 e il 1577, furono eseguiti da Bartolomeo Ammannati, scultore e architetto nominato artista ufficiale della corte di Cosimo, il quale contribuì alla vivace stagione artistica sviluppata intorno alla corte medicea e finalizzata alla celebrazione del granduca. L’architetto rifece le finestre al piano terra in facciata, ridisegnò gli appartamenti e soprattutto progettò il magnifico cortile.

Tale contestualizzazione risulta essere molto importante, in quanto il nostro portale, trova un bel termine di paragone all’interno della sala di Venere di palazzo Pitti, ambiente che dà inizio alla celebre infilata di stanze di rappresentanza nell’appartamento d’‘inverno’ del piano nobile del palazzo, le cosiddette sale dei Pianeti. Quest’ultimo, con buon grado di certezza, rimane inalterato nel tempo per quanto riguarda la parte architettonica, essendo tali interventi, avvenuti in diversi momenti nel corso dei secoli successivi, limitati alla facciata, a scalinate o a sezioni periferiche del palazzo; decorazioni ad affresco e stucchi sono ovviamente un discorso a parte.

Oltre all’impostazione strutturale identica, a livello visivo ci pare lampante la somiglianza fra la tipologia di breccia medicea utilizzata per la realizzazione del portale della sala di Venere e quella adoperata per il portale in esame.

È molto utile sapere che questa tipologia di marmo presenta diversità di aspetto tra una cava e l’altra ed anche all’interno della stessa cava in giaciture poste a livelli diversi, motivo per il quale con il perdurare dello sfruttamento delle cave nelle diverse epoche, si sono succedute varietà del marmo di aspetto piuttosto differente. Inoltre, l’attributo “medicea” deriva dal fatto che raggiunse l’apice del suo utilizzo proprio sotto Cosimo I de’ Medici, duca della Repubblica Fiorentina dal 1537 al 1569 e primo granduca di Toscana, dal 1569 alla sua morte nel 1574, il quale aveva il monopolio delle cave di Seravezza, rendendo così questo variegato marmo un simbolo del suo potere utilizzandolo ad esempio nel coro del Duomo di Firenze, a Palazzo Pitti e nelle Cappelle Medicee.

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