Caratterizzati da larghe campiture di colore che creano abili giochi di luce ma allo tempo stesso contraddistinti da grande finezza e attenzione al particolare, i dipinti di Francesco Antoniani sono ben riconoscibili. Generalmente si tratta di opere di dimensioni piuttosto grandi, adatte a essere utilizzate come sovrapporte o tele di grande impatto decorativo. Essendo una bottega a conduzione famigliare, i pittori erano soliti collaborare alla realizzazione delle diverse committenze, con una comunione stilistica che consente un puntuale confronto tra l’opera dei pittori, soprattutto tra Francesco, Paolo Maria e Pietro Antoniani. Immediato è, infatti, l’accostamento del Grande porto con le marine di Paolo Maria, realizzate come sovrapporte per i palazzi della nobiltà piemontesi, tra i quali Palazzo Reale a Torino.
Il tema delle marine è cara al pittore ed è da lui affrontata in diverse occasioni, sempre con modalità differenti e innovative. Nel dipinto qui presentato descrive il porto, animato da piccole e vivaci figure che svolgono le attività quotidiane e che contribuiscono a rendere la scena dinamica, assieme ai velieri che escono dalla baia alle prime ore del mattino.
L’opera è espressione del gusto squisitamente settecentesco: l’uomo, raffigurato con dimensioni minuscole, è invece rapportato sia alle imponenti rovine dell’antichità, qui rappresentate dallo scorcio di un borgo antico sul quale svetta una torre diroccata, sia al paesaggio naturale, rappresentato con una particolare considerazione della resa del dato luministico e atmosferico.
Il dipinto è presentato con l’originale cornice coeva intagliata, con incisioni a bulinatura e doratura.
Dimensioni: 208 x 298 cm
Gli Antoniani furono una dinastia di pittori attivi a Torino durante il Settecento e il primo Ottocento, specializzati nella realizzazione di marine e paesaggi.
Francesco Antoniani è documentato al servizio dei Savoia a partire dal 1743, come autore di paesaggi destinati a cartoni per arazzi, architetture antiche, marine, battaglie, trofei, ghirlande di fiori; la sua attività si estende fino al 1775, anno della morte. Fu attivo in vari ambienti di rappresentanza della corte Sabauda, ad esempio nella realizzazione di varie sovrapporte con fiori dell’Appartamento della Regina, Gabinetto di Toeletta della palazzina di caccia di Stupinigi o per la sala da pranzo del castello di Moncalieri. Sempre per la corte piemontese Francesco Antoniani fu attivo anche a Venaria, Palazzo Reale e Palazzo Chiablese.
La sua arte risente dell’influsso di Scipione e Vittorio Amedeo Cignaroli.
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