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Deposizione di Cristo nel sepolcro. Pittore lombardo (Giuseppe Meda?) 1560-1570 ca.

Descrizione:

La grande scena racconta la Deposizione di Cristo dalla Croce, condensando due momenti della narrazione: il Compianto della Madonna sul corpo del Cristo e la deposizione del corpo nel sepolcro.
La composizione, fortemente simmetrica, è centrata sulla figura orizzontale del Cristo morto, in procinto di essere calato nel sepolcro con un lenzuolo tenuto da due robusti uomini; al centro, in piedi dietro al sepolcro, è la Madonna, affiancata sulla destra dalla Maddalena con un vasetto di unguento, mentre intorno sono disposte diverse figure maschili, alcune delle quali impegnate in fitte conversazioni e abbigliate con abiti “moderni”, cinquecenteschi, che già dalla pittura rinascimentale venivano inseriti per alludere alla committenza.
In basso, in primo piano, gli strumenti della Passione, la corona di spine, i chiodi, il martello e la tenaglia per estrarre i chiodi, tutti resi con rigorosa precisione nel dettaglio esecutivo, anche coloristico. Sullo sfondo a sinistra, dietro una roccia, si intravvede la città di Gerusalemme.
La figura emaciata e pallida di Gesù risalta in mezzo ai colori acidi, dissonanti delle altre figure, che spiccano per le anatomie turgide e anatomicamente perfette fin quasi all’artificiosità, o meglio al manierismo.

Dimensioni: 106 x 130 cm ( con cornice 134 x 160 cm)

CODICE: ARARPI0197806

Analisi storico-critica:

Il dipinto è corredato di expertise del dottor Giuseppe Sava, che lo attribuisce alla pittura tardomanierista lombarda, vicino in particolare all’ambito di produzione del pittore Giuseppe Meda (1534 – 1599).

In particolare Sava sottolinea la corrispondenza, seppur speculare, del dipinto con un’incisione del 1550-1561 di Battista Franco (1510 -1561), artista di formazione centroitaliana, da cui il pittore prende il modello della scena, rispettandone numero e disposizione dei personaggi, ma introducendo diverse varianti, nell’esecuzione dei personaggi e dell’ambientazione, che rimandano piuttosto alla pittura della realtà milanese e lombarda del settimo decennio del cinquecento.

Sava propone una interessante comparazione con la produzione pittorica di Giuseppe Meda, artista milanese che lavorò intensamente nel duomo di Monza, in particolare collaborando con Giuseppe Arcimboldo alla realizzazione dell’affresco titolato L’Albero di Jesse del transetto destro, e realizzando da solo parte delle Storie di Giovanni Battista e i personaggi dell’Antico testamento del transetto sinistro.

In questi lavori del Meda si ritrovano diversi rimandi ai modelli del Manierismo centroitaliano, la cui influenza si fa sentire attraverso anche le fonti calcografiche, e in particolare si riscontrano alcuni elementi quali le pose dei personaggi e le linee delle vesti, che sono molto vicini a quelli della Deposizione qui presentata, consentendo a Sava di ipotizzare per quest’opera una provenienza dall’area milanese molto vicina alla più antica produzione del Meda.

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