Busto del Barone Antonio Negri, Gaetano Monti, 1837 –

Gae. Monti di Ravenna F.A. 1837

Busto di nobiluomo in marmo bianco

Descrizione:

L‘effigiato rappresentato è il Barone Antonio Paolo Negri. Il busto ha carattere celebrativo, come da usanze dell’epoca e realizzato pertanto con dimensioni maggiori rispetto alle reali. Il volto è leggermente inclinato, lo sguardo fisso e fiero: l‘espressione severa e altera richiama il clima eroico dell’età napoleonica. Il viso allungato e ben proporzionato. L‘ acconciatura “alla Brutus“, con capelli corti e frangia irregolare sulla fronte, è morbida e finemente realizzata. La fronte è alta e spaziosa, corrugata e segnata dal tempo. Il naso importante, pronunciato, è espressione tipica della virilità e della possanza del soggetto. La bocca è serrata, le labbra sottili: non traspare alcuna emozione. L‘ovale del viso è accentuato dal mento pronunciato con fossetta. La figura è composta e ricercata, sia nella resa dei tratti somatici che in quella degli abiti.

L‘abbigliamento del Barone richiama i canoni tipici dell‘epoca: camicia con collo montante e punte rialzate, cravatta legata a gala e mantella a baveri lunghi con falda in ermellino. Da evidenziare la raffinatezza e la plasticità nella realizzazione del fiocco della cravatta e nella resa del bavero del soprabito, a richiamare la morbidezza delle pellicce. Sul petto i simboli delle onorificenze del nobile, membro della legione d‘onore e cavaliere dell‘ordine della Corona di Ferro: la stella a cinque raggi biforcati, sormontata da una corona, è appuntata sulla parte sinistra del petto; lo stemma dell’ordine della Corona di Ferro, con corna ferrea sormontata da aquila bicipite, è invece pendente al collo.

Il busto, proveniente da Villa Negri di Casinetta di Lugagnano, richiama un dipinto di proprietà della famiglia in cui lo stesso Barone viene rappresentato in vesti ufficiali. Come Presidente della Corte di Cassazione è raffigurato con toga rossa bordata in ermellino, cravatta legata a gala e giacca. Ben visibile lo stemma della Legione d’Onore, appuntato sulla parte sinistra del petto, con nastro rosso, e quello dell’Ordine della Corona di Ferro, pendente al collo con nastro giallo bordato di verde. Sul dipinto compare in alto a sinistra lo stemma nobiliare della casata Negri: “Porta spaccato semipartito in capo; primo, d’argento con un corvo posato sopra una ruota near; secondo, franco de’ Baroni tratti dalla Corte di Cassazione che è di rosso con una bilancia d’argento movente dal punto alto del capo; sopra l’azzurro con due libri neri posti in fascia “(rif. Archivio…).

Dimensioni (cm): base 90 x 64 x 38, h 115, diametro 48

CODICE: ARTART0000177

Analisi storico-stilistica:

Nel 1802 Napoleone istituì la Legione d‘Onore come ricompensa onorifica a militari e civili, sia in Francia che in Italia. I vari gradi della Legione d’onore erano cavaliere, ufficiale, commendatore, grand’ufficiale e gran croce decorato di gran cordone. L‘appartenenza al sodalizio non rappresentava solo un premio ma anche lo sprono ad operare in importanti attività benefiche. Il simbolo della legione d‘onore era una stella a cinque raggi biforcati, sormontata da una corona, con iscritto da un lato “Napoléon, empereur des Français” e dall‘altro “Honneur et patrie”, con l’aquila imperiale. Il nastro era rosso, in ricordo del berretto frigio e del nastro della croce di S. Luigi. Il decreto del 30 gennaio 1805 istituì la grande decorazione, o grande aquila (poi divenuta gran cordone). La decorazione veniva portata, a seconda dei gradi, ad armacollo, pendente al collo, all’occhiello con rosetta o appesa senza rosetta.

Nel caso specifico, il Barone Negri è raffigurato con la stella a cinque raggi appuntata, come da tradizione dell’ordine dei cavalieri, sulla parte sinistra del petto con nastro rosso senza rosetta. L’ordine dei cavalieri dell’ordine della Corona di Ferro venne istituito nel 1805 da Napoleone I per il Regno d’Italia. In un primo momento l’ordine doveva essere composto da 500 cavalieri, 100 commendatori e 20 dignitari; col decreto del 19/12/1807 furono aggiunti 300 cavalieri, 50 commendatori e 15 dignitari. . I dignitari componevano il Gran Consiglio dell’Ordine. I cavalieri e i commendatori dovevano riunirsi in Capitolo Generale ogni anno nel giorno dell’Ascensione nel Duomo di Milano per prestare giuramento di fedeltà al Re d’Italia. Dopo la caduta di Napoleone, l’Imperatore d’Austria Francesco I decise di conservare l’Ordine.

Biografia Antonio Paolo Negri:

Antonio Paolo Negri, avvocato di nobile e antichissima famiglia decurionale di Pavia, fu una personalità di spicco nel panorama politico a cavallo tra il XIII e il XIX secolo. Nacque a Milano nel 1761, figlio di Carlo (di Gerolamo), regio notaio camerale, e di Giulia dei Conti Rottigni. La famiglia fu infeudata di “Torre de’ Negri e di Cassina del Melano” l’8 giugno 1697 ed ebbe il titolo comitale della Torre de’ Negri il 13 gennaio 1717 per Diploma dell’imperatore Carlo VI.

Studiò lettere nel collegio dei Somaschi in Merate e si laureò in leggi civili ed economiche all’università di Pavia. Non ancora ventiquattrenne venne eletto regio procuratore dei poveri e due anni dopo venne chiamato ad aiutare il regio ufficio fiscale. Nel 1789 ottenne il posto di consigliere presso l’I.R. Tribunale di prima istanza a Milano di cui nel 1796 divenne presidente. Membro del comitato di giurisprudenza, commissario del governo presso il Tribunale supremo, nel 1797 venne eletto membro del Tribunale di cassazione. Nel 1807 fu nominato presidente della corte di cassazione, poi membro della commissione incaricata di dar compimento al progetto del Codice penale del regno d’Italia.

Antonio Paolo Negri fu poi membro della legion d’onore, cavaliere dell’ordine della corona di ferro, nonché membro del collegio elettorale dei dotti. Fu nominato Barone del Regno con R. Dispaccio 7 febbraio 1810 dall’imperatore Napoleone I (D. 7 feb. 1810, L. 28 mar. 1812), titolo poi decaduto per mancata formazione di un maggiorasco. Accettò nel 1827 l’incarico di deputato nobile presso la Congregazione provinciale di Milano conferitagli dall’ I.R. Governo di Lombardia, e nel 1829 quello di membro del consiglio comunale. Morì il 18 gennaio del 1856 a Milano. Il titolo napoleonico decadde per mancanza di formazione di un maggiorasco: il fratello, Cav. Gaetano Negri della Torre, con Dispacci 25 novembre 1816 e 14 agosto 1817 ebbe riconfermata l’antica nobiltà ed il titolo comitale con successione per maschi legittimi e naturali.

Antonio Paolo Negri risulta negli elenchi delle persone insignite dei titoli di duca, barone, cavaliere, da parte di Napoleone nel Regno d’Italia (1807-1814) e in quello dei decorati dell’ordine della Corona di Ferro.

Bibliografia di riferimento:

– M.G. Borghi, G.M., scultore ravennate (1776-1847), accademico nella Imperiale Regia Accademia di belle arti a Brera in Milano dal 1816 al 1847, in Rediconti dell’Istituto lombardo di scienza e lettere, s. 3, XI (1947), pp. 132-148;

 – G. Viroli, Il gesto sospeso. Scultura nel Ravennate negli ultimi due secoli, Ravenna 1997, pp. XIII, 57-65, 238;

– A. Panzetta, Nuovo dizionario degli scultori dell’Ottocento e del primo Novecento, II, Torino, 2003, p. 587;

– A. Imbellone, in Canova. L’ideale classico tra scultura e pittura (catal., Forlì), a cura di A. Androsov – F. Mazzocca – A. Paolucci, Cinisello Balsamo 2009, pp. 170 s., n. III, 1;

– Giacomo C. Bascapé e Marcello Del Piazzo, Araldica Napoleonica in Italia, Ministero dei beni culturali;

– Ruggero Moscati a cura di, Le scritture del minister degli affair esteri del regno d’Italia dal 1861 al 1887, Tipografia del minister Affari esteri 1953.

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