Il mercato attuale offre molteplici e differenti possibilità di investimento, offrendo un’eterogeneità di soluzioni tale da rendere spesso difficoltosa la scelta, alla ricerca dell’opzione meno rischiosa e che consenta un beneficio maggiore.
La premessa è che anche il mondo dell’arte come settore di investimento racchiude a sua volta un’offerta diversificata, potendo scegliere tra vari ambiti: antiquariato, modernariato e arte puramente intesa, e dunque andando dai dipinti alle sculture, all’arredamento e all’oggettistica, includendo anche i libri.
Colui che investe nell’arte deve quindi, prima di tutto, cogliere questa caratteristica intrinseca del bene e godere esteticamente e culturalmente dello stesso, consapevole di avere a che fare con un articolo unico nel suo genere, un vero e proprio manufatto che si trasforma in un documento storico.
Questi beni infatti vanno annoverati tra i cosiddetti “beni rifugio”, ossia tutti quei prodotti il cui valore non risente dei periodi di difficoltà del mercato e delle borse, mantenendosi costante nel tempo.
Se l’impegno di liquidità in eccesso per non rischiarne la svalutazione era il primo motivo di acquisto di opere d’arte fino agli anni Novanta, con l’inizio del nuovo millennio e la globalizzazione del mercato, si è iniziato a vedere tale attività anche come vera e propria formula che potesse portare un profitto, e non più solamente dalle ristrette élite che disponevano di un cospicuo portafoglio, ma anche dai piccoli e medi investitori.
Lo dimostra il dato secondo il quale ogni anno l’80% dei lotti nelle case d’aste di tutto il mondo sia accessibile a meno di € 5000. (Fonte collezionedatiffany.com)
Il primo suggerimento che ci sentiamo di dare è avvalersi del supporto di personale qualificato quale può essere un perito e rivolgersi a realtà trasparenti nell’attività di compravendita, potendo dunque conoscere dettagliatamente la complessità di questo mondo e i rischi che vi si possono trovare.
Tra questi deve esserci la consapevolezza che l’investimento in un’opera d’arte non può svincolarsi a piacimento o in qualsiasi momento, non tanto per la perdita di valore del bene (abbiamo già detto come, se ben fatto, l’acquisto di un opera d’arte difficilmente possa portare ad una perdita economica), quanto per la differente situazione del mercato, il quale risente anch’esso delle mode e del gusto del momento e dunque alzando o abbassando la domanda per l’uno o l’altro articolo.
La decisione della categoria artistica nella quale si decide di investire è altrettanto personale e dettata da scelte ben studiate: acquistare un’opera d’arte antica, ad esempio, consente una maggiore sicurezza e stabilità ma differenze nella richiesta del mercato (e dunque di valutazione) possono esservi semplicemente nel soggetto raffigurato, in base alla tendenza del momento; un dipinto o una scultura contemporanei possono invece costituire un azzardo maggiore, ma anche la possibilità di un profitto superiore, laddove l’artista acquisisca fama e importanza negli anni, con una conseguente rivalutazione anche della sua arte.
Nonostante le motivazioni più pratiche che portano a propendere favorevolmente all’acquisto di un’opera d’arte, il fattore estetico-emozionale è il motore di scelte di questo tipo alle quali, diversamente da altri ambiti di investimento, solo in un secondo momento decide di considerare anche il fattore economico.
Acquista in primis chi ama l’arte e ne è attratto.
Ricapitolando, ecco i quattro motivi per i quali conviene investire nell’arte:
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