FineArt by Di Mano in Mano partecipa all’edizione IFA 2025, la rinomata rassegna dedicata all’antiquariato all’interno dei padiglioni della Fiera di Bergamo.
Nello stand sono esposte alcune delle opere più rappresentative della corrente collezione.
Si spazia dai dipinti antichi, tra i quali troviamo “L’adorazione dei magi” di Cesare Smet, un’opera di eccezionale rilievo artistico e storico, ad elementi d’arredo come uno scenografico trumeau del primo quarto del XVIII secolo e busti virili di manifattura francese.
Non mancano opere di design che, coerentemente con la cifra stilistica di FineArt, vengono accostate a quelle antiche per una rilettura inedita dell’arredare.
Troviamo, per fare qualche esempio, alcuni vasi di Venini e un set di sei piatti firmato Gio Ponti. Ma lo special guest di questa rassegna è una figura piuttosto misteriosa della storia del design moderno: Taichiro Nakai, designer giapponese di cui si sa davvero poco e di cui FineArt possiede tre rarissime opere.
Nakai partecipò, nel 1955, al rinomato concorso “Prima Mostra Selettiva del Mobile” a Cantù, quando la giuria lo premiò per il suo progetto dedicato a un set da salotto.
Ed è proprio un set da salotto che si trova esposto allo stand FineArt by Di Mano in Mano a IFA: un daybed, un mobile contenitore e un tavolino.
Dalla linea discreta e minimale, questi arredi sono rivoluzionari per il tempo: siamo infatti negli anni ‘50 e il design come lo conosciamo oggi era ai suoi albori. Nakai non solo si inserisce in un nuovissimo discorso di abitare moderno, che è cominciato proprio in Italia, ma riesce a farlo insinuando educatamente le tradizioni e l’estetica tipica del suo paese d’origine, il Giappone.
Fineart magazine
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