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Coppia di Figure reggi vaso, ambito di Fratelli Groppelli, inizio XVIII secolo

Inizio XVIII secolo già Villa Sceriman Widmann Foscari, Mira

Descrizione:

Coppia di sculture raffiguranti due figure reggivaso, una maschile l’altra femminile, a grandezza quasi naturale; di giovane età e presentati quasi seminudi, sono appoggiati al fusto di una palma il cui tronco funge da seduta e che nasce da un basamento roccioso. Il giovane presenta caratteri fisiognomici esotici, con il naso adunco e gli occhi allungati , la muscolatura tesa è in una posizione instabile, la gamba sinistra flessa; indossa solamente un gonnellino. La donna è ritratta con un volto pieno, lasciato scoperto dai capelli raccolti; è vestita solamente con un panno che le copre l’inguine, indossa bracciali e una cintura, la mano sinistra è sollevata.

Nel XIX secolo sono state aggiunte la base modanata e la mensola circolare svasata, a ovoli e baccelli dorati.

In noce patinato, parzialmente dorato.

Dimensioni: h 151 cm, diametro base 59 cm

 

CODICE: ARTART0000187

Analisi storico-critica:

Come indica Giuseppe Sava nella perizia da lui redatta, la coppia di sculture in esame nacque come arredo da parata.

La coppia di sculture proviene da villa Sceriman Widmann Foscari a Mira, dove, almeno negli anni Settanta del Novecento, erano collocate nel portico d’ingresso, come testimonia la monografia dedicata alla villa, corredata da fotografie. In questa occasione le sculture sono presentate dall’autore Glauco Benito Tiozzo come facenti parte dell’arredo originario della villa. L’edificazione del complesso iniziò nel 1719, per volere del ricco commerciante di origine persiana Diodato Sceriman, anche se con forme differenti rispetto a quelle con le quali la conosciamo ancora oggi. Plausibilmente anche la nostra coppia deve avere una collocazione cronologica che non superi il 1720, legandosi proprio a questa fase della villa.

Il panorama veneto degli scultori a quest’altezza cronologica è molto vasto ed eterogeneo, ma purtroppo spesso, a fronte del gran numero di artisti conosciuti attraverso i documenti, risulta alquanto ostico ricondurre anche solo un’opera certa a ciascuno di essi.

Come però esaustivamente argomenta Sava, la nostra coppia di sculture può essere ricondotta all’ambito dei fratelli Groppelli, la cui produzione si caratterizza per una declinazione moderata della cultura tardobarocca lagunare. Marino (1662-1721), Giuseppe (1675-1735) e Paolo (1677-1751) Groppelli, figli di Giovanni Battista, anch’egli scultore, si formarono presso la bottega paterna e risultano tutti iscritti all’Arte dei tagliapietra. Mentre il primogenito Marino lavorò prevalentemente in autonomia, i fratelli minori operarono congiuntamente, stringendo un fruttuoso sodalizio.

I nostri intagli, con la loro regolarità dei profili e la concezione piana, quasi pittorica dei panneggi, si avvicina a questa produzione. In particolare sono possibili dei riscontri per le fisionomie dei volti: la giovane donna dalla bocca carnosa e le chiome raccolte è avvicinabile alla figura del Tatto, scultura allegorica assieme alla Ragione sullo scalone di villa Giovannelli a Noventa Padovana, firmate da Giuseppe e Paolo tra il 1727 e il 1731 mentre per la figura maschile si ritrovano affinità con i volti dei Cherubini sull’altare maggiore della chiesa di Santa Maria degli angeli a Venezia, attribuiti a Marino Groppelli, in particolar modo per la minor idealizzazione che li contraddistingue e che caratterizza il corpus dell’artista da quello dei fratelli minori.

Bibliografia:

G.B. Tiozzo, La villa Widmann Foscari ora Costanzo, Treviso 1974, pp. 18-19, figg. 3-4; p. 103.

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