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La tavola rappresenta l’Adorazione dei Magi: in primo piano, seduta su un trono lapideo del quale si intravvede solamente il basamento, si trova la Madonna che con una mano trattiene un vaso appena offertole, mentre con l’altra il Bambino benedicente. Attorno ci sono i tre Magi in atteggiamento di devozione, inginocchiati e con le mani congiunte i due in primo piano (uno dei quali ha posato la corona per terra, in segno di riconoscimento del vero Re), mentre il re Magio moro è rappresentato più discosto, ma anch’egli prostrato alla vista della sacra coppia. Sulla sinistra si trova invece San Giuseppe, il quale trattiene gli altri due doni.
In secondo piano, un’architettura funge da quinta scenografica, lasciando scorgere la stalla retrostante con il bue e l’asino, mentre a destra un nutrito gruppo di personaggi: alcuni intenti nelle loro attività o a parlare tra loro, tra i quali un militare con un ricco elmo; uno in particolare, vestito di rosa e che tiene tra le mani una corona, probabilmente di proprietà del Magio canuto, guarda fuori dal dipinto, verso lo spettatore, dovendo essere verosimilmente inteso come il committente dell’opera.
Sullo sfondo un paesaggio fluviale, con un ponte attraversato da alcune figure, mentre più avanzato si trova un corteo di personaggi, alcuni dei quali a cavallo, che ha appena attraversato un arco e si sta si sta avvicinando alla scena principale.
Dimensioni: 170 x 135 cm
CODICE: ARARPI0167469
La tavola è opera di Cesare Smet, pittore napoletano di origine fiamminga, figlio del più noto Cornelis.
Il dipinto è stato recentemente studiato dal Professor Giuseppe Sava, il quale indica la ripresa della struttura compositiva del dipinto di analogo soggetto, realizzato nel 1597 per la chiesa napoletana di Santa Caterina a Formiello, per opera di Silvestro e Giovanni Bernardo Buono. Seppure la derivazione sia palese, la trattazione delle ricche vesti e la luce dello sfondo, tradiscono la dichiarata influenza fiamminga dello Smet. Il dipinto era già noto alla critica, grazie a Giovanni Previtali il quale lo collega a un documento del 25 ottobre 1599, un contratto nel quale la nobile partenopea Giulia Correale corrisponde il pagamento a Cesare Smet, per la realizzazione della tavola in esame. Pur non essendo nota la destinazione dell’Adorazione dei Magi, è plausibile che fosse stata pensata per una chiesa napoletana.
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