Pannello tridimensionale raffigurante la Strage degli Innocenti.
Altorilievo che fa riferimento al racconto presente nel Vangelo di Matteo: Re Erode venuto a conoscenza, in seguito alla visita dei Magi, della nascita di un legittimo re d’Israele, decise di intervenire drasticamente ordinando a dei sicari di percorrere le strade di Betlemme, scovare i bambini sotto i due anni di età e ucciderli.
La scena è quindi ambientata a Betlemme nella piazza prospiciente il palazzo di Erode il Grande.
In primo piano sulla sinistra un edificio a profilo spezzato, su due livelli, con un corpo centrale e due parti laterali aggettanti: forse un palazzo o più verosimilmente una porta di accesso alla città.
Nella parte inferiore sono infatti visibili 5 archi a tutto sesto ribassato realizzati internamente con piccoli specchi incorniciati da motivi geometrici e sormontati da elementi decorativi circolari con ritratti- che sembrano essere dei veri e propri passaggi per le strade della città. La facciata è impreziosita da lesene sormontate da statue inserite in nicchie. La fattura delle semi colonne richiama quella dell’obelisco centrale della piazza. Nella parte di giunzione tra il corpo principale e i due laterali sono visibili due piccole nicchie nere bordate di rosso sormontate da due oblò rossi decorati con ritratti umani.
Nella fascia tra le due modanature – al di sopra degli archi – troviamo l’iscrizione “Thomas Gaudiello Fabiebat Anno 1685 Die 20 Mensis 9bris”, cioè autore e data della realizzazione dell’altorilievo. Della parte superiore dell’edificio rimangono solo parti di archi parzialmente distrutti.
Nello spazio antistante l’edificio, intorno alla colonna centrale- realizzata a torciglione su basamento a più gradini- si svolge la tragedia.
La scena del massacro è convulsa: soldati al servizio di Erode ricorrono, armati di spade e pugnali, donne e bambini; madri intente a fuggire per mettere in salvo i propri figli; corpi di neonati esanimi a terra; cani intenti a dilaniare piccoli cadaveri.
Nell’altorilievo, sempre in primo piano, ma sulla destra, il Palazzo di Erode il Grande. L’edificio, a più corpi, è rappresentato su più piani: un porticato segue lo sviluppo dell’edificio a piano terra; al primo piano una serie di finestre ad arco con balconate, infine una serie di aperture circolari. La simmetria dei vani nei diversi livelli- archi e oblò- è perfetta. Il corpo principale presenta cinque aperture per piano, di cui una primaria al centro di dimensioni maggiori; il corpo a ridosso della cinta muraria è a quattro archi e quello a ridosso della cornice due. Da evidenziare il proseguimento di un’ala del palazzo dipinta nella parte interna della cornice.
Nella piazza antistante il Palazzo il massacro è particolarmente truce: all’ingresso, in corrispondenza dell’arco principale, due guardie armate; Erode affacciato al balcone nell’atto di gettare un neonato; soldati che inseguono bambini prendendoli per i piedi o strappandoli alle braccia materne; cumuli di macerie misti a corpi. E’ ricorrente l’utilizzo del colore rosso, sia per l’abbigliamento delle donne e dei soldati che per dettagli macabri: a terra il sangue sparso testimonia il terribile atto compiuto.
In secondo piano le mura della città, con palazzi, case e chiese distribuiti su vari livelli. La realizzazione è particolarmente dettagliata: da evidenziare le decorazioni delle facciate, la merlatura delle torri e dei bastioni, la finezza nella resa dei tetti e delle finestre. Ricorrente anche in questo caso l’utilizzo dei colori rosso e verde.
Alle spalle di Betlemme l’ambiente è collinare e sullo sfondo compaiono isolate alcune abitazioni, palazzi, chiese e il Castello di Erode. Il pannello è arricchito da una scena di vita pastorale: sulle colline che fanno da sfondo alla città è rappresentato un gregge accompagnato da un pastore e da un suonatore di flauto. La valle è attraversata da un fiume che separa i pascoli dalla collina su cui si erge la fortezza di Erode: un ponticello funge da accesso alla scalinata che conduce al castello. Il palazzo-fortezza è protetto da una una cinta muraria con bastioni e torri di avvistamento.
La cornice coeva all’opera è intagliata con un’ampia modanatura che permette uno spazio di contenimento dell’opera, è completamente dipinta a motivi fogliacei coperti in parte dalla patina del tempo.
CODICE: ANTOGG0002293
Attivo a Napoli tra il 1685 e il 1727
Scultore in legno e plastificatore, Gaudiello è noto ad oggi dai rarissimi esemplari di pannelli tridimensionali ad altorilievo in legno e stucco policromi raffiguranti vedute di importanti città.
Conservati in musei internazionali e collezioni private, tra i più importanti possiamo citare le due vedute di città portuali al Museum of Fine Arts di Boston, datate 1726 e 1727, una veduta della città di Napoli di Romania durante la conquista veneziana del 1686, firmata e datata “THOMAS GAUDIELLO FECIT ANNO 1688”, oggi presso il Convento delle suore della Visitazione di San Bernardo a Madrid. Assieme a queste opere si può ricordare una veduta di Napoli in collezione privata napoletana.
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