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Tavolo attribuibile a Luigi e Angiolo Falcini

Firenze, secondo quarto XIX secolo

Descrizione:

Tavolo rettangolare realizzato in legno di castagno impiallacciato in scuro noce d’India e intarsiato con legni vari e madreperla. L’intarsio a motivi floreali presenta il piano partito da quattro riserve speculari realizzate attorno alla riserva ovale centrale dove è raffigurato un vaso classico con una panoplia che vede intarsiato un campionario di fiori tra cui rose, margherite, campanule, mughetti, tulipani e gigli, mentre le riserve laterali sono composte da foglie e fiori animati da uccelli. Le fasce, così come le gambe tronco piramidali sono intarsiate da motivi vegetali e le mazzette di raccordo delle gambe sono abbellite da farfalle.

Dimensioni: 80 x 148 x 76 cm

CODICE: ANTATA0128593

Analisi storico-critica:

La bottega dei fratelli Falcini riporta a Firenze il gusto per l’intarsio seicentesco; come scrive il Palacios “… sembrano rifarsi di sana pianta al gusto dominante alla corte degli ultimi Medici e il repertorio ornamentale sembra tolto di peso dai fioriti calepini usati dai commettitori di pietre dure o dagli ebanisti capeggiati da Leonardo Van der Vinne…”.

Si dedicheranno principalmente alla produzione di piani di tavolo che verranno realizzati per le grandi famiglie di Firenze e mandati alle grandi esposizioni in tutto il mondo. Sempre il Palacios per primo presenta una serie di tavoli con piano a base ottagonale e altri con piano rettangolare; tra questi vi sono due piani realizzati per i Demidoff, e riscoperti da Luisa Bandera in occasione della vendita degli arredi della Villa Demidoff a Pratolino nel 1969, poi acquistati dallo stato per la Galleria d’Arte Moderna di Firenze. Insieme a due tavolini ottagonali, sempre presenti in quella vendita, costituiscono gli unici esempi certi di produzione dei due fratelli, sappiamo infatti che i due piani furono realizzati dai Falcini per il principe Anatolio Demidoff. I due piani erano accumunati da una partitura simile ma intarsi diversi, in uno quattro cornucopie realizzate con foglie e fiori fanno da contorno ad una ghirlanda centrale con un pappagallo, nell’altro quattro angoli con cespi vegetali animati da uccelli fanno da contorno ad un ricco bouquet di fiori.

A questo va raffrontato il tavolo qui in esame che riproduce allo stesso modo le quattro riserve degli angoli, mettendo invece al centro un vaso fiorito. A differenza del tavolo Demidoff, che presenta gambe tornite, in questo caso le gambe e le fasce del tavolo sono ancora arricchite da intarsi.

Pur dovendo restare nel campo delle attribuzioni, non avendo firme o documenti di inventario che ne garantiscano la paternità, a noi sembra però di poter affermare con una certa sicurezza che il tavolo qui descritto sia stato licenziato dalla bottega dei fratelli Falcini. Il repertorio noto ci spinge a ritenere che questi artigiani, come del resto tutte le botteghe dell’epoca, realizzassero più opere con gli stessi disegni a disposizione, modificandone parte dell’ornato o inserendoli in modo diverso.

Bibliografia:

– Alvar González-Palacios, Il Tempio del Gusto, La Toscana e l’Italia Settentrionale, ed. Longanesi 1986;
– C. Paolini-A. Ponte-O.Selvafolta, Il bello Ritrovato, ed. De Agostini 1990;
– Simone Chiarugi, Botteghe di Mobilieri in toscana, ed. S.P.E.S. 1994;
– Enrico colle, Il mobile dell’Ottocento in Italia, ed. Electa 2007.

 

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