Il Barocco
Il Seicento fu caratterizzato da una forte innovazione nelle arti, le quali subirono un vero e proprio sviluppo. La corrente stilistica che caratterizzò questo secolo fu infatti il Barocco, noto per la teatralità e la magniloquenza delle forme.
Ancor più rispetto ai precedenti stili, il Barocco si ritrova in tutte le forme artistiche: dai dipinti alle sculture, dalle architetture agli arredamenti. Spesso anzi risulta difficile una suddivisione tra le varie forme artistiche, contemporaneamente impiegate per la creazione di opere il più possibile dinamiche e d’effetto.
L’arte barocca è infatti caratterizzata da forti caratteri di dinamismo e da una nuova concezione della natura. Lo spazio si rompe, le forme si aprono, una concezione lacerata e amante dei contrasti spezza ogni equilibrio matematico con un senso nuovo di infinitezza, suggerita da un moto non concluso. Le forme artistiche interagiscono tra loro, creando opere spettacolari che trovano un perfetto riscontro nella nuova civiltà dell’immagine. La Chiesa trionfante e le monarchie assolute europee si affidano all’arte per celebrare la propria grandezza. Vogliono imprimere alla loro epoca un’immagine grandiosa, fastosa, eloquente, che vuole mascherare una realtà ben diversa, drammatica e piena di lacerazioni.
L’obiettivo principale è quello di colpire e stupire, mirando alla commozione e alla sorpresa dello spettatore.
Il padre del Barocco è stato Gian Lorenzo Bernini, celebre architetto e scultore attivo soprattutto a Roma. La sua arte è caratterizzata da una nuova riscoperta delle forme, tese a una rappresentazione teatrale che elude i limiti spaziali. Opera emblematica è la Cappella Cornaro nella chiesa romana di Santa Maria della Vittoria. La celeberrima scultura raffigurante l’Estasi di santa Teresa è nota per il suo assoluto dinamismo, reso anche grazie ai panneggi trattati in modo fortemente plastico.
Grande attenzione è riservata anche alla trattazione della luce. Dei raggi dorati riflettono e conducono la luce proveniente dalla finestra (nascosta dal frontone del tempietto) fino alla figura riversa della santa. Considerevole è lo sviluppo dell’apparato decorativo dell’intera cappella, caratterizzato da una fusione tra architettura e scultura che crea un effetto illusionistico e di grande teatralità. Sui lati della cappella sono infatti emulate delle balconate, dalle quali si affacciano gli esponenti della famiglia committente, come se veramente stessero assistendo all’episodio divino, quasi si trattasse di uno spettacolo.
Questa rappresentazione illusionistica si ritrova anche nelle campagne decorative pittoriche. É il secolo delle decorazioni dei soffitti con grandi sfondati, come se la rappresentazione di scene celebrative e gloriose annullassero i limiti architettonici.
Emblematici a tal proposito sono il Trionfo del nome di Gesù nell’omonima chiesa, realizzato da Baciccio e il Trionfo della Divina Provvidenza realizzata da Pietro da Cortona nel palazzo della famiglia Barberini.
Anche gli arredi, come già si è accennato, manifestano questo gusto, trasformandosi da semplici oggetti di uso quotidiano a vere e proprie opere scultoree.
Esempio mirabile è un tavolo da muro realizzato da Antonio Chicari su disegno di Bernini, in legno intagliato, scolpito e laccato.
La base poggia su quattro sostegni vegetali a guisa di cornucopie rivolte verso l’alto e intrecciate, impreziosite da foglie, frutta e corolle; tutta la scultura è eseguita con un intaglio a dir poco ossessivo, è pervasa da un tripudio di elementi naturalistici che ricalcano i principi artistici del Bernini, volti a imitare la natura e a riprodurla sotto forma di un decoro esuberante e vitalissimo.
Oltre a decori vegetali, le basi dei tavoli si trasformano in vere e proprie sculture con personaggi mitologici accompagnati da motivi vegetali, quasi come una sorta di naturale evoluzione barocca delle grottesche manieriste (si veda l’articolo sul Manierismo). Il legno o il ferro vengono dorati, se non vengono direttamente impiegati materiali preziosi, per accrescerne il pregio e la ricchezza . Si diffondono infatti elaborati stipi da tavolo di tipo architettonico, realizzati in ebano, avorio, tartaruga e placche in bronzo dorato. A Roma i più famosi architetti influenzano il disegno dei mobili che diventano grandiosi, opulenti e drammatici con ritmi contrastanti e forte senso scultoreo.