Sin dall’antichità il legno è uno dei materiali più conosciuti e utilizzati al mondo.

Essendo una materia trasformabile e di grande adattabilità, ha contribuito ad avviare i primi processi tecnologici dell’uomo: è stata la prima macchina semplice, cioè la leva (bastone pernico, cuneo, arco), la prima macchina complessa (aratro, telaio, mulino), il primo mezzo di trasporto (slitte, carri, zattere), la prima fonte di energia controllabile (per la cottura dei cibi, il riscaldamento ma anche per le attività artigianali come la ceramica, metallurgia etc.).

Il legno viene utilizzato da sempre anche con finalità artistiche. Le superfici possono essere più o meno levigate, di colore naturale o impregnate, verniciate, laccate, dorate o dipinte.
Il legno è quindi uno dei materiali più sperimentati e, nonostante sia di origine organica, con le sue proprietà sfida i secoli e i millenni.

Sorprenderà sapere che, anche per un range molto ampio, il legno è poco sensibile agli sbalzi termici tra 1 e 65 gradi. Il vero problema è dato dall’umidità, che essendo strettamente relazionata alla temperatura, ne rende un paramento importante da controllare. Sappiamo infatti che, al crescere della T diminuisce l’umidità relativa e viceversa. Il motivo per cui l’umidità rappresenta una delle più grandi minacce per il legno, è che questi è un materiale igroscopico.

Di conseguenza, il legno assorbe o rilascia umidità nel tentativo di mantenere l’equilibrio con quella relativa dell’ambiente in cui è esposto e, quando il clima cambia, si hanno fenomeni di ritiro e rigonfiamento. Il continuo susseguirsi di questi fenomeni, ai quali soprattutto nelle abitazioni chiuse non badiamo molto, porta al manifestarsi di fenditure e spaccature nel legno o deformazioni più o meno evidenti.

Inoltre c’è un altro aspetto meno intuitivo ma che, se abbiamo dei manufatti coperti da policromie da proteggere, rende la questione ancor più delicata, e a maggior ragione diventa più importante porre la massima attenzione sulla questione dell’ambiente secco-umido.

Manufatti in legno e le loro pitture o vernici stese come decorazione o per proteggere il legno, si comportano diversamente rispetto al cambiamento dell’umidità nell’ambiente. Se il legno tende a gonfiarsi quando assorbe umidità, la pittura e la vernice si comportano nella maniera opposta, ovvero tendono a ritirarsi. Viceversa quando il legno si restringe perché l’ambiente diventa più secco, le pitture e le vernici si dilatano. Possiamo intuire allora che la pittura sarà facilitata a creparsi e staccarsi dal supporto.
In letteratura si possono trovare diffusamente i parametri ideali per la corretta conservazione di manufatti in legno, che concorda nello stabilire l’umidità relativa a circa 50% e una temperatura a 20-22°C. E’ importante però comprendere che la maggiore attenzione va posta nelle brusche variazioni e nelle fluttuazioni di breve periodo che il legno può trovarsi a dover subire, perché un oggetto può adattarsi nel tempo all’ambiente in cui vive e col quale entra in equilibro, ma non potrà mai adattarsi senza conseguenze alle variazioni dell’ambiente.

Puoi trovare l’articolo completo su keepartforever.com