Il manierismo è una corrente culturale e artistica di passaggio, direttamente derivata dal Rinascimento e che pone le basi per il successivo stile Barocco.

Storicamente il manierismo nacque all’inizio del quarto decennio del XVI secolo e, come indica il nome stesso, è caratterizzato da un’arte “alla maniera dei” (cioè nello stile dei) grandi protagonisti del Rinascimento. I riferimenti sono in primis artisti del calibro di Leonardo da Vinci, Raffaello e Michelangelo. Gli artisti e pittori manieristi ne riprendono infatti lo stile, in alcuni casi semplicemente ricopiandolo e pertanto comportando inizialmente un’accezione negativa del termine. Altri furono invece in grado di rielaborare e adattare “la maniera” al proprio contesto storico e culturale.

Il Rinascimento fu infatti caratterizzato dalla centralità di un uomo e dal dominio del rigore scientifico, che nell’arte si tradusse nella rappresentazione prospettica e nella ricerca di naturalismo.

Il Cinquecento fu invece costellato da avvenimenti storici che influirono sul pensiero e sulla cultura, modificando inevitabilmente l’atteggiamento nei confronti delle arti.

Tra i fatti principali vi furono certamente le grandi epidemie di peste, il sacco di Roma del 1527, e la Controriforma, culminata nel Concilio di Trento (1545-1563), al fine di contrastare il Protestantesimo promulgato da Martin Lutero.

Tali accadimenti misero in discussione l’infallibilità della scienza umana e riscoprirono una nuova religiosità.

Questi cambiamenti non poterono che riflettersi anche sull’arte. Le figure umane nei dipinti non sono più naturalisticamente rappresentate ma le anatomie si allungano, come nel caso della celebre Madonna dal collo lungo di Parmigianino, dove la Vergine ma soprattutto il Bambino hanno i corpi irrealisticamente allungati. Anche il rapporto tra uomo e architettura si è completamente modificato. I resti dell’antichità classica non sono più dei punti di riferimento ideali, ma incombono sull’uomo quasi come un monito e spesso sono raffigurate con una distorsione prospettica.

Girolamo Francesco Maria mazzola – Madonna dal collo lungo

Anche le linee di composizione delle scene si modificano. La simmetria e la modularità lasciano infatti posto a scene più caotiche, nelle quali i corpi assumono posizioni contorte e non naturali.

Esempio tra i più celebri è la Deposizione di Pontormo, anche per la tavolozza acida che il pittore ha utilizzato, che contribuisce all’allontanamento da una raffigurazione naturalistica.

Jacopo Pontormo – La Deposizione dalla Croce

Il richiamo al passato, seppur alla sua versione più fantastica, si riscontra anche negli ornamenti. Nelle arti decorative, la cura matematica della

realizzazione prospettica degli oggetti subisce ugualmente uno sbilanciamento a favore dell’abbondanza decorativa.

Giovanni da Udine – Particolare delle decorazioni della Loggetta del Cardinale Bibbiena

Nel XVI secolo si diffonde infatti la decorazione a grottesca, caratterizzata dall’unione di elementi vegetali e mostruose figure animali o antropomorfe. Vari elementi vengono uniti tra loro per puro gusto decorativo, senza alcun significato o logica concettuale. Il nome deriva dal luogo nel quale venne scoperta tale tipologia decorativa, ossia le grotte dell’Esquilino, che altri non erano se non le sale della Domus Aurea di Nerone. La grottesca è inspiegabile, perturbamento dell’ordine.

Moltissimi artisti usarono le grottesche sulla scia dell’enorme fortuna che vi apportò Raffaello e la sua Bottega, come nel caso della Loggetta del Cardinal Bibbiena (Vaticano, Palazzi Apostolici), modello per i pittori fino al Cinquecento inoltrato.

Questa tipologia decorativa divenne anche elemento decorativo nelle cosiddette arti minori, sulle lesene dei palazzi, negli intagli o intarsi degli arredi, sulle lavorazioni in oro di oggetti preziosi.

Riassumendo, il manierismo è una corrente stilistica che se al principio si caratterizza come una riproposizione degli stili dei grandi artisti rinascimentali, prosegue invece distanziandosene sempre più.

Le possenti figure michelangiolesche tese in posizioni serpentiformi vengono estremizzate e collocate in posture sbilanciate, che in qualche modo riflettono l’incertezza e la perdita di fiducia nella scienza e nella natura che aveva invece contraddistinto l’uomo del Rinascimento.