Quattro Torciere con simboli del trionfo della morte, Venezia, 1740-1750 ca.

Venezia, 1740-1750 ca.

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Descrizione:

Gruppo di quattro torciere riccamente intagliate e interamente dorate a foglia. Sorrette da un’asta cilindrica interrotta da un nodo a rocchetto, il legno di cirmolo è intagliato a poderose volute contrapposte con andamento tortile, terminanti a ricciolo e alternate a rocaille minuziosamente rifinite. Sulla sommità si trova il torciere, dalla forma di una corona in lamierino dorato, sbalzato e traforato, dotato di porta-cero originale in ferro battuto.

Su ciascuna torciera, accomodato sulle volute, si trova un putto intagliato a tutto tondo, mentre sulla parte opposta c’è un teschio. Presenti anche raffigurazioni di copricapo alludenti alle gerarchie ecclesiastiche e civili veneziane: mitre episcopali con infule e pastorale, galeri cardinalizi, copricapi da procuratore, corni dogali e libri chiusi. 
L’asta s’innesta in una base a prisma non coeva che funge da sostegno.

Dimensioni: cm 265 x 39

CODICE: ANMOAL0147377

Analisi storico-stilistica:

Come indica Giuseppe Sava nella perizia da lui redatta, il gruppo di torciere in esame appartiene a una produzione di altissimo livello, commissionata da parte di un’importante confraternita dedicata alla Buona morte. Il suggerimento viene proprio dai soggetti intagliati, in particolar modo dell’accostamento tra i teschi e i copricapi, quale vera e propria allegoria del trionfo della morte su tutto ciò cui l’uomo aspira e anela, incluse le maggiori cariche ecclesiastiche e civili.

Le torciere furono realizzate come dotazione liturgica di una delle numerose compagnie dedicate ai defunti, presenti a Venezia tra Sei e Settecento. Frequentemente impugnate e portate in processione, ma anche destinate ad accompagnate i riti funebri o poste nelle cappelle delle quali la confraternita deteneva il giuspatronato. Confronti a tal proposito sono, infatti, possibili con l’asta processionale della chiesa di Santa Maria del Giglio a Venezia, nella cappella della Madonna del Rosario. 

La datazione al quinto decennio del secolo è possibile grazie all’analisi stilistica, che testimonia la realizzazione delle nostre in un periodo di transizione. Le volute a “C” ancora corpose sono di gusto ancora tardo barocco, mentre le rocaille che li decorano tradiscono già una sensibilità tipica del barocchetto veneziano.

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